A volte le persone sono strane.
Anche quelle che ti sembrano più serie, più assennate e giudizievoli.
A volte tutti sono strani.
Sono strani quando fanno finta di non riconoscerti per strada, o si ripresentano di nuovo (pur avendoti già stretto la mano decine di volte). E quando gli fai notare che vi conoscete già ti rispondono con uno sprofondante "Ah davvero? Non ricordo...".
Che la tua autostima va talmente sottoterra che riuscirebbe a trovare l'acqua anche nel Sahara.
Sono strani quando la cosa più normale al mondo per loro è NON dire mai "Grazie". Talmente semplice, talmente banale e facile da pronunciare. Forse troppo per loro.
E sono strani quando ti guardano con occhi sbarrati quando dici qualcosa che non è nei loro programmi.
Quello che puntualmente succede a me quando alla domanda "Vuoi un caffè?" rispondo "No, grazie, non lo bevo".
Eresia.
Sacrilegio.
Bestemmia.
Della serie "prima-mi-eri-simpatica-ora-ti-odio".
La stessa reazione la suscito quando dico che sono astemia, che non bevo nè vino nè birra; ma sapete, l'essere astemio è più contemplato, più comune, più accettato.
Il non bere caffè è un'assurdità estrema, un fattore fondamentale per pensare che la strana sei tu.
Oggi voglio svelarvi che non lo bevo non per fare la diversa, nè perchè mi comporta un'insonnia cronica, e neanche perchè non mi piace (perchè seppur con 10 cucchiaini di zucchero, a forza lo bevo anche), è che non ho l'abitudine.
Quel piacere mattutino di prepararlo, o di aspettarlo al bar. Di sentire la tazzina tra le dita, di assaporarlo e sentirne l'aroma. Quel gesto quasi meccanico di prenderlo alla macchinetta (e maledirla quando si frega i soldi). Quella passione che ti permette di riconoscerne i vari tipi. Quel rito in compagnia di prenderlo in pausa-lavoro o pausa-studio, quando il bar diventa la fuga dai pensieri quotidiani.
Non ho l'abitudine di tutto questo, non l'ho mai avuta per 25 anni, credo che ormai i giochi siano fatti.
Dove il caffè, invece, mi piace da pazzi sono....i DOLCI.
I dolci al caffè sono una mia passione. Partendo dal mitico tiramisù finendo per il gelato.
E quando ho proprio bisogno di un comfort-food, di coccole, di ricordi ma anche di grinta preparo la mia mousse al caffè.
Presente un famoso gelato nella coppetta, color nocciola, che sa di caffè (o meglio di cappuccino) e che prepara un nostro parente stretto?
Ecco, quella. Diciamo che non è identica, la mia è più morbida. Ma il sapore è mooooolto simile.
A volte all you need is
Mousse al caffè
(per circa 4 coppette o 6 bicchierini)
250 ml di panna fresca
3 tuorli
150 gr di zucchero
3 tazzine di caffè freddo (a seconda dei gusti, se la volete più carica anche 4)
cioccolatini a forma di chicco di caffè
cacao amaro
Sbattete i tuorli con lo zucchero con l'aiuto di uno sbattitore elettrico fino ad ottenere uno zabaione sodo e spumoso.
A parte montate la panna (non montatela, però, al limite del denso. La mousse deve rimanere cremosa!). Aggiungete il caffè freddo un po' alla volta, delicatamente, per non far smontare il composto.
Mescolate dal basso verso l'alto e aggiungete il composto di zucchero e uova, amalgamando bene il tutto.
Sistemate il composto in bicchierini o in commette, decorate con cioccolatini a forma di chicchi di caffè e spolverate con cacao amaro e infine riponete in frigo per almeno 4 ore.
P.S. Ringrazio tanto Leda di Gustosamente per questi magnifici bicchierini "accartocciati". Non l'ho mai ringraziata abbastanza di questo splendido regalo l'anno scorso.
P.P.S. Mi trovate anche su Twitter. Messo da parte il fatto che ancora so usarlo, se qualcuna volesse aggiungermi per chiacchierare anche lì è la benvenuta ovviamente! :) https://twitter.com/MammaCheMousse