venerdì 12 ottobre 2012

Vol-au-vent alla mousse di melanzane


Il mattino ha l'oro in bocca.
Ma se il mattino l'oro in bocca non ce l'ha?
E se al mattino la prima cosa che vedi, invece dell'oro, è praticamente una parrucca che resta appiccicata sul cuscino?
Ne sono certa, a breve rimarrò calva causa-stress.
Lo so io qual è il problema.
Bevo troppo poco.
Eppure vado a fare dlin dlin un minuto sì e l'altro pure.
Ok, la disperazione è troppa.
Li andrò a tagliare. Si rinforzeranno.
E se non si rinforzano che faccio?
Dannati capelli, vi odio.
E odio chi ti sposta lo specchietto della macchina e tu, puntualmente, te ne accorgi solo quando stai già guidando bella tranquilla sulla superstrada.
E odio anche te che aspettando l'apertura della biblioteca fai partire la suoneria di "Gustavo Lima".
Non sono qui per parlarvi della fiera dell'odio però!:)
Vi parlo della fiera della bontà, invece!

Sicuramente conoscerete Vale, ragazza deliziosa, cuoca sopraffina e chi più ne ha più ne metta! Praticamente la mia cartella "blog" è piena di file in cui ho letteralmente copiato le sue ricette! E questa è una delle prime che ripropongo con delle piccolissime varianti!
A parte andare a sbirciare il blog di Vale La ricetta che Vale, io vi consiglio spassionatamente questa mousse! E' una delle cose più buone che io abbia mai mangiato!:)



Vol-au-vent alla mousse di melanzane

Per i vol-au-vent
1 rotolo di sfoglia rettangolare

Per la mousse di melanzane (dalla ricetta di Vale)
1 melanzana lunga
mezzo spicchio d'aglio
3 cucchiai d'olio d'oliva
sale
pepe
2 cucchiai di ricotta (non presente nella ricetta originale)

Per i vol-au-vent: Ricavate dei piccoli cerchi con un coppapasta dentellato (io ne ho ricavati circa 20). Tenete da parte 5 dischi. Con un coppapasta più piccolo (o una tazzina piccola o qualsiasi altra forma rotonda più piccola del coppapasta dentellato) eliminate un cerchio più piccolo all'interno dei rimanenti dischi, in modo da avere degli "anelli" di pasta.
Formate una "torretta" costituita da un disco completo, a cui sovrapporrete tre anelli di pasta.
Forate con una forchetta la base del disco, in modo da non farla gonfiare in cottura.
Infornate i vol-au-vent a 180° per circa 10-15 minuti (finchè non saranno gonfi e dorati come quelli in foto).

Per la mousse: Tagliate la melanzane in dischi spessi, disponeteli su una teglia e infornateli a 180° per circa 20 minuti. Frullate le melanzane con sale, pepe, aglio, olio e ricotta fino ad ottenere una crema liscia.
Posizionate la mousse in un sac-a-poche e riempite i vol-au-vent (potete utilizzare anche un semplice cucchiaio.
Decorate con pomodorini datterini (o anche foglie di basilico).

Bon Appetit! E grazie a Vale. Per l'idea e per tutto il resto!:)


mercoledì 10 ottobre 2012

Tortine allo yogurt e gocce di cioccolato




E' arrivata.
Più inesorabile dello scarto dei regali a Natale.
Più dell'autobus che passa dieci secondi prima che tu arrivi alla fermata.
Più delle magagne e dei ladrocini politici vari a ogni telegiornale.
La settimana di inizio delle lezioni.
Bè, ve lo assicuro.
Scoprire che quest'anno sarò rinchiusa tutti i pomeriggi fino alle 19 in un'aula, con relative non-si-quante settimane di tirocinio che mi terranno occupate le mattine...bè, mi ha causato un calo glicemico talmente grande che se avessi avuto una mega-torta Nutella e Mascarpone me la sarei finita in un minuto.
Comunque, tralasciando la voglia di passare tutto questo tempo in una triste università pari alla voglia di correre una maratona lungo la Muraglia Cinese, nei giorni passati qualche nota positiva c'è stata.
Diciamo...esperimento a quattro mani.

Che la mia amica Mary sia golosa non ci piove.
Che sappia cucinare, anche.
Che sia una fervida sostenitrice del blog, pure.
Quello su cui piove è che non abbiamo moltissimo tempo per cucinare assieme.
Ma ahimè, lo studio è pesante, per me e per lei.
Già la immagino, nel suo studio con poltrone rivestite di pelle umana a impartire ordini a destra e a manca, grande manager di successo alias amministratore della Apple alias Presidente degli Stati Uniti alias MegaDirettrice della Galassia.
Scherzi a parte, abbiamo provato a fare dei simil-muffin [che io chiamerei tortini] allo yogurt.
Il sapore è simile a quello dei plum cake di una nota marca di biscotti e merendine modello famiglia-felice (dai che avete capito), e sono anche ottimi come base di cupcakes visto che per la presenza dello yogurt (un po' più consistente del latte) e la presenza di poco lievito, non si alzano tantissimo.
Ottimi per la colazione e per far risanare il morale a delle schizzate come noi.
E se oltre a questo tipo di dolcetti qualcuno ha dei suggerimenti per far sì che il prossimo anno accademico non mi ammazzi me lo dica pure!!!:)


Tortini allo yogurt e gocce di cioccolato

300 ml di yogurt bianco
100 gr di burro
2 uova
220 gr di farina
200 gr di zucchero
mezza bustina di lievito per dolci
120 gr di gocce di cioccolato

Mescolate gli ingredienti secchi umidi tra loro (uova, yogurt e burro fuso), sbattendo vigorosamente.
Mescolate tra loro gli ingredienti secchi: farina, zucchero e lievito.
Unite ora gli ingredienti secchi agli umidi, mescolando il meno possibile, attendendo solo che tutti gli ingredienti siano amalgamati.
In ultimo unite le gocce di cioccolato.
Con l'aiuto di due cucchiai riempite circa 12 pirottini per tre quarti e infornateli per 30-35 minuti in forno statico pre-riscaldato a 160°.
Decorate a piacimento.

P.S. Per non far "spanare" i pirottini in cottura io ripongo ogni pirottino di carta in uno stampino per muffin in un alluminio, che ovviamente poi riutilizzo per successive cotture di muffin :)
E qui il tocco di Mary è davvero visibile!:)

Bon Appetit :)


domenica 7 ottobre 2012

Brunch on Sunday#1 e il french toast ai lamponi


Ah, la domenica...
Se non ci fosse bisognerebbe inventarla.
E dura sempre troppo poco!
L'unica giornata in cui posso svegliarmi..."con comodo", diciamo così.
Bè, vi avevo promesso una piccola novità nell'ultimo post, e dal titolo penso che si capisca già :)
Ammetto che il brunch domenicale, il "pranzare" con cibi da colazione a un'orario intermedio, è abbastanza difficile per l'Italiano-tipo, abituato più che mai a preparare cibi almeno due-tre giorni prima per la mega-galattica seduta magnereccia della Domenica.
E vi avviso, anche io sono moooolto diffidente.
Diffidente innanzitutto del nome.
Odio chi si improvvisa "uomo/donna di mondo" con frasi del tipo: "Bè sai, il trend di stagione è proprio un brunch con un soft drink in una bella location".
Che se avessi un bicchiere in mano finirebbe diretto in faccia del malcapitato.
Mi rendo benissimo conto però che chiamare questo post e questa rubrica "Ricette dolci e salate per fare uno spuntino domenicale a  metà tra la colazione e il pranzo", bè..era un po' eccessivo.
E allora vada per brunch.
Sono diffidente poi di alcune ricette. Bè ok, i pancake come possono non piacere? Le uova strapazzate ok, ci possono stare. Ma se iniziamo a parlare di pudding e tortini strani...anche io ho un limite.
E comunque in tutta questa diffidenza, allora, che diamine proponi a fare una rubrica del genere, mi direte?
Chiamiamolo esperimento-culinario, forum-di-idee, quello-che-volete.
Ammetto che mescolare dolce e salato senza un ordine preciso mi affascina, e che in realtà volete per un buffet, volete per una semplice ricca colazione, queste ricette possono essere riciclate in vario modo.
L'idea è quindi questa: ogni domenica del mese ci sarà un post con una ricetta dolce e salata da poter utilizzare per un brunch (o per quello che più vi aggrada).
E mi piacerebbe che entraste nel gioco anche voi.


Certo non mi sento minimamente in grado, per ora, di sostenere un'iniziativa bella e coinvolgente come tutte quelle che trovate in giro (vedi il fantastico MTC), ma mi piacerebbe che di volta in volta mi fareste avere le vostre idee, magari che si trovano già nel vostro blog in modo da poter prendere spunto da voi per tutto ciò che riguarda pancakes, muffin, tortini salati, crepes, toast, e tutto ciò che può andar bene all'argomento, e ogni prima domenica presentare una ricetta magari proposta da voi, ovviamente con tutti link e riferimenti connessi.

Allora io quasi quasi inizio con la prima...
Una scoperta, davvero.
Non li avevo mai assaggiati e ora penso che non li lascerò più.
Sono talmente dolci e squisiti che dovrete bacchettarvi le mani per smettere di mangiare, e ovviamente potete accompagnarli con quello che volete.
Ottimi per un brunch. Ottimi anche per colazione spuntino e per pranzo (se come me a pranzo fate a volte a meno della pasta asciutta).



French Toast ai lamponi

6 fette di pancarrè o pan brioche
200 ml di latte
2 uova
4 cucchiai di zucchero a velo
cannella
100 gr di lamponi freschi
burro q.b.

Per il coulis di lamponi: frullate i lamponi con lo zucchero a velo, lasciando alcuni lamponi interi per la decorazione. Una volta frullato il tutto, passatelo al setaccio, in modo da ottenere una purea liscia e viscosa senza semini.
Per i toast: Sbattete vigorosamente le uova con lo zucchero a velo. Aggiungete il latte e sbattere ancora fino ad amalgamare il tutto. Aggiungete la cannella a vostro piacimento.
Mettete a riscaldare due-tre noci di burro in una padella (comodissima la pentola per le crepes), prendete le fette di pan carrè e immergetele molto rapidamente nella pastella, facendole imbibire da entrambi i lati.
Ponete subito le fette sulla padella facendole dorare da ambo i lati (tre-quattro minuti di cottura per lato).
Disponete i french toast in un piatto da portata [potete anche tagliare ogni fetta a metà per ottenere dei triangolini] e decorate con il coulis di lamponi e qualche lampone fresco.



Bon Appetit, e fatemi pervenire la VOSTRA ricetta per il brunch perfetto! Prenderò nota  per il prossimo appuntamento domenicale :)

giovedì 4 ottobre 2012

Saccottini al prosciutto, ricotta e uva




Ci sono persone che non si abbattono mai.
Ci sono persone che sono capaci di sorridere anche quando un dolce e simpatico piccione decide che gli scappa proprio sopra il bel cappotto nuovo, e oltre a sorridere magari si consolano pure con la storiella del "portafortuna".
Ci sono persone che non reagiscono quando sbattono il mignolo del piede allo stipite della porta, facendo trasparire solo un accenno di sdegno sul volto e, udite udite, NON  prendono a calci qualsiasi cosa ci sia intorno e NON urlano modello esorcista.
Bene, questione di punti vista.
Ci sono queste persone.
E poi ci sono io.
Io, che da una settimana attendo questo post, che vuoi per studio matto e disperato, vuoi per mancanza di tempo in cucina è stato rimandato di giorno in giorno fino a oggi.
Io, che ho pensato alla prima ricetta di ottobre dai primi di settembre, pregustandola e progettandola.
Io, che volevo semplicemente una cosa: fichi.
E li avevo!
Sette bei fichi verdi maturi, in frigo, dolci e superbi.
Perfetto: appena ho un po' di tempo mi invento dei rusticini, qualcosa che connubi fichi formaggio e prosciutto, il trio del piacere.
Bene, devo solo aspettare di avere un po' di tempo.
Oddio questa sera è tardi, cucinerò domani.
Cavolo, mi son scordata che oggi ho appuntamento al meccanico.
Bene, oggi mercoledì 3 ottobre ho tempo....all'opera!!
Mi dirigo verso il frigo piena di ambizioni e speranze, apro lo sportello e...
Sinceramente non so dirvi quanto tempo io sia rimasta imbambolata e immobile, con la bocca spalancata e il terrore in volto, a guardare sette fichi anoressici e screpolati, rancidi e ammuffiti.
Bè, a questo punto direi che io non sono affatto come "quelle" persone, perchè NONho sorriso per niente, e al posto dei calci allo stipite della porta, un bel "lancio dello strofinaccio" violento e antistress non me l'ha tolto nessuno :)

Dopo lo sdegno iniziale, però, la voglia di cucinare ha prevalso e ho eliminato, ahimè, i fichi dalla mia ricetta, che quindi è diventata talmente semplice che anche un bambino delle materne la riuscirebbe a fare!:)
Ma l'idea è carina, e se vi piace potete accoppiarla come ho fatto io con l'uva o, se li avete e non siete delle svampite come me che lascio ammuffire le cose in frigo, con fichi freschi [che forse rendono più elegante e autunnale la ricetta]. Bè insomma, provate!:)



Saccottini di ricotta, prosciutto e uva
(per circa 10 rustici)

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
100 gr di ricotta fresca salata
2 fette di prosciutto crudo
una manciata di chicchi d'uva nera
sale grosso q.b.

Spezzettate le fette di prosciutto crudo e mescolatele insieme alla ricotta.
Disponete su un piano la pasta sfoglia e, aiutandovi con un cucchiaio, formate dei mucchietti distanziati di qualche centimetro l'uno dall'altro su metà sfoglia.
Ripiegate l'altra metà sulla prima, in modo da ricoprire completamente i mucchietti, premendo leggermente negli spazi in modo da far aderire la sfoglia tra un mucchietto e l'altro.
Con una rotella tagliapasta frastagliata formate dei piccoli quadratini [praticamente dei ravioli quadrati] e con le dita sigillate delicatamente i bordi.
Disponete i rustici su una teglia rivestita da carta forno, cospargeteli con qualche grano di sale grosso e cuocete per circa 10-15 minuti (e comunque fino a doratura) in forno caldo a 180° (io ho usato la funzione ventilata).
Una volta sfornati decorate con un chicco d'uva fermato da uno stecchino (o, se volete, una fetta di fico).



Bon Appetit :)
P.S. Ci vediamo/sentiamo domenica con una piccola novità!:)

mercoledì 26 settembre 2012

Ciambella alla ricotta





Guidi, fai una cosa che ti piace fare.
Ti rilassi.
A pochi metri da casa però, qualcosa di strano. 
Una piccola e innocua spia rossa che lampeggia ad ogni curva, con il simboletto della lampada di Aladino (che poi, che bello sarebbe stato se invece di "attenta che l'olio sta finendo" volesse avvertirti di "esprimere 3 desideri"?)
Bene, non è niente.
Diamine sta lampeggiando, mica è fissa!
Sarà sicuramente qualche contatto elettrico che la fa accendere per sbaglio, giusto per far entrare nel terrore puro il povero automobilista.
E comunque sono arrivata, che succederà mai.
Parcheggio.
Ma sì, dai, per scrupolo controlliamolo l'olio.
Disastro.
Apocalisse.
Cataclisma.
Olio finito, terminato, andato.
Ora immaginate la mia faccia quando ho realizzato che la macchina non si poteva accendere, pena praticamente l'autoesplosione.
E immaginatela ancora quando ho saputo che il mio meccanico era disponibile solo dopo qualche giorno.
E ancora dovevate vedermi, quando ho visto caricare la mia piccolina su un enorme carro-attrezzi, più pallida di un finocchio.
Bene, sommate il tutto e capirete perchè sono stata un po' di giorni via dal blog :)

[Aggiornamento: la mia macchinuccia sta bene, è guarita, ma finchè non vedo non credo!:) ]

Il nervoso e l'ansia di rimanere appiedata mi ha fatto anche passare molto poco tempo in cucina, e tra una pasta al pesto pronto e un hot dog volante ho avuto il tempo e la voglia di preparare giusto questa ciambella alla ricotta.
Semplicissima che più semplice non si può, in realtà è una ricetta classica, sono sicura che la maggior parte di voi la conosce e la utilizza .
Io, però, ve la posto lo stesso, visto che è una ricetta super-collaudata a prova di principianti!
E grazie alla mia nonna che me l'ha passata:)


Ciambella alla ricotta

250 gr di farina 00
250 gr di ricotta bovina
170 gr di zucchero
3 uova intere
un pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
cioccolato fondente q.b. per guarnire

Sbattete le uova con lo zucchero e il sale con le fruste elettriche, fino ad ottenere un composto spumoso e biancastro. Aggiungete la ricotta e continuate a sbattere il composto con le fruste elettriche.
Setacciate la farina con il lievito e aggiungetela all'impasto, mescolando inizialmente con le fruste e poi con un cucchiaio di legno, fino ad ottenere un composto non troppo liquido ed elastico.
Imburrate e infarinate una teglia a forma di ciambella dal diametro di 24 cm.
Versate il composto all'interno della teglia, spezzettate qualche pezzetto di cioccolato fondente e posizionatelo sulla superficie del dolce. 
Infornate a 160° per circa 40-45 minuti, passato questo tempo fate la prova-stecchino per valutare l'umidità della torta.

P.S. Con la cottura a 40-45 minuti interno della torta resta umido al punto giusto, mentre l'esterno è ben cotto.
Invece di posizionare i pezzetti di cioccolato sulla superficie potete anche mescolare all'impasto 50-60 gr di gocce di cioccolato.
Se l'accompagnate con un topping o una crema al cioccolato vi assicuro il piacere dei sensi!:)


Bon Appetit :)


venerdì 21 settembre 2012

Cookies muccati al cioccolato e banana




Fondamentalmente sono una persona molto buona.
Diamine, da qui a qualche anno (si spera che) sarò in corsia di un ospedale a cercare di assistere al meglio bimbi e vecchini alle prese con mal di gola, otiti e quant'altro....come potrei essere una persona malvagia?
Sono buona quando le persone con in mano un misero filoncino, con gentliezza, mi chiedono di passare avanti alla coda delle casse del super, quando io ho un carrello pieno di roba.
Sono buonissima con Conte, ragazzo Ghanese adorabile, che per far studiare le sue bambine vende accendini e calzini e con un sorriso a trentadue denti mi ripete ogni due secondi "Che Dio ti benedica".
Sono buona con i miei amici, come non esserlo.
E sono buona, moltissimo, con i cani randagi.
Fondamentalmente sono una persona molto buona, dicevo.
Ma alcune volte.
Alcune volte anche Madre Teresa di Calcutta avrebbe qualcosa da ridire.
E quelle volte la calma di una persona buona e posata come me si va a fare allegramente friggere.
Vi sfido a non innervosirvi (sarebbe meglio dire "vi sfido a non diventare una belva mostruosa") con quei simpaticissimi, furbissimi e italianissimi automobilisti che superano tutta la fila di macchine per arrivare primi all'incrocio.
Della serie che a meno che non abbia una donna partoriente in macchina due tre (ma anche quattro cinque) colpi di clacson fatti bene e vari gestacci dal finestrino non glieli leva nessuno.
O vi sfido a rimanere zitti e a riposare silenziosamente quando con le finestre aperte, per far entrare quel briciolo di brezza rarissima in una nottata di 40°, alle 3 di notte passa per strada l'orda immonda di una ventina di quattordicenni che, oltre agli scompensi ormonali, hanno anche l'insana idea di truccare moto e motorini.
E inizi a sentire quel rumoraccio insopportabile a circa 20 km di distanza da casa tua.
E non vuoi affacciarti alla finestra e urlare il tuo disappunto sul fatto che ai tuoi tempi, a quattordici anni a mala pena si usciva il pomeriggio?
O vi sfido a rimanere calma e impassibile, come me stamattina, quando scoprite che la vostra automobile perde olio ovunque. E non sai se vuoi prendere più a calci lei-la macchina-, o il mondo intero.
E attenzione, perchè se mi incontrate in una di queste giornate al super, anche se avete solo un misero filoncino e mi chiedete di passare avanti alla fila, non è detto che io sia così clemente :)

Visto, che come avrete capito, le migliori situazioni che fanno svanire nel nulla la mia calma e bontà sono quelle "automobilistiche", mi sorge il dubbio di dover rinchiudermi in cucina.
E così ho fatto oggi, preparando questi cookies deliziosi,
Anche se non ho pargoli in giro per casa immagino che potrebbero essere molto graditi ai piccini, anche grazie ai pois muccati che aiutano sempre :)
Vi avviso. Sono i classici biscotti U.T.A. (alias Uno Tira l'Altro).
E l'odore di banana che emanano dal forno è...è....
Bè, provateli e vedrete!:)


Cookies choco-banana 
(per circa 16-17 biscotti)

125 gr di burro ammorbidito
80 gr di zucchero
90 gr di zucchero di canna
1 uovo
170 gr di farina 00
1 pizzico di sale
40 gr di cioccolato fondente al 70%
1 banana

Mescolate con un cucchiaio di legno il burro ammorbidito con lo zucchero e lo zucchero di canna fino ad ottenere una crema spumosa. Aggiungete l'uovo amalgamandolo bene, e aggiungete anche mezza banana precedentemente schiacciata.
Aggiungete ora la farina setacciata e il pizzico di sale, fino a raggiungere la consistenza di un composto elastico e malleabile.
Preriscaldate, intanto, il forno a 180° e rivestite una teglia con carta forno.
Spezzettate a pezzetti piccoli il cioccolato fondente, a mano o utilizzando un coltello.
Con l'aiuto di due cucchiai formate tante piccole palline (della misura di una grossa noce) sulla carta forno, distanziate abbastanza l'una dall'altra. Con il dorso del cucchiaio schiacciate molto leggermente le palline.
Tagliate a rondelle la metà di banana restante, e tagliate ogni rondella a metà. Disponete ogni metà rondella di banana al centro della pallina di impasto, e incastatate sui lati della pallina di impasto i vari pezzettini di cioccolato.
Infornate per 10-15 minuti e sfornate appena i bordi dei biscotti diventano marroncini, anche se la parte centrale vi sembra molto morbida (una volta freddi raggiungono la giusta consistenza).

P.S. Potete conservarli per vari giorni (anche 10) in un contenitore ermetico.


E con questa ricetta partecipo al bel contest "mmm...cookies" di Giulia del blog "Love at every bite" e Giulia di "In cucina per caso":


Colgo ora l'occasione per ringraziare tantissimo Chiara del blog La Voglia Matta, che grazie alla sua splendida rubrica Blogs got talent mi ha dato l'occasione di conoscere tante nuove amiche!

E ringrazio tantissimo anche Ely del blog Le jolie coin per avermi regalato il premio "I love your blog" , che io questa volta dedico a tutte le mie cara amiche e lettrici:)

Bon Appetit :)

lunedì 17 settembre 2012

Torta salata -finta pizza- al ciabotto


Non così forte.
Io l'ho fortemente voluta, l'ho pregata di arrivare.
Ma non così, santa pace.
E dire che giovedì c'era una brezzolina così carina.
Avevo riposto con cura gli shorts e le infradito.
Rimestato l'armadio alla ricerca del pigiama.
Presa dallo scaffale più alto la copertina pesante.
Ohh, che bell'atmosfera.
Quasi quasi una giornata autunnale, quando il momento più bello è spiaccicarti al vetro della finestra a osservare le signorotte infreddolite sotto una pioggerella fine, mentre tu dal vetro con un ghigno di soddisfazione te ne stai al calduccio con tazza di thè e plaid sulle spalle.
Ma poi, come sempre, il disastro.
Io la volevo, sì.
Ma non così.
Volevo una pioggerella, un sottile temporaluccio che mi facesse almeno annusare l'odore di foglie bagnate che mi piace tanto.
Io non avevo chiesto il diluvio universale e l'apocalisse in un'unica giornata.
E secondo me chiamarla apocalisse rende ancora poco.
Come chiamereste voi una giornata intera di acqua a cannonate, dove non mi sarei stupida di trovare i miei vicini di casa sul balcone muniti di canna da pesca e cercar trote nel fiume (che fino al giorno prima era semplicemente la strada)?
E come chiamereste una pioggia talmente violenta da far riuscire a crollare parte del tetto della mia università sui tavoli di studio dell'atrio, fortunatamente vuoti? (E asteniamoci dai commenti del tipo "chissà chi l'ha costruito e come" perchè potrei far partire una serie di improperi e parolacce indicibili contro costruttori e ingegneri vari).
Ma la cosa che mi sconvolge di più in questi casi non è la pioggia, non sono i fulmini, non sono gli alberi caduti, e neanche la strada che miracolosamente si trasforma in fiume.
Sono loro.
Gli ultra-ottantenni reclusi in casa, sempre, che non escono mai, che si fanno portare la spesa ai casa dai figli, che conoscono solo un paio di scarpe:le ciabatte.
Ultra-ottantenni che, però, in queste giornate... escono.
Ed escono a piedi? Certo che no.
Escono con l'automobile.
E allora non sai cosa è peggio.
Il cataclisma ambientale o il cataclisma umano.
Mi sa che la prossima volta mi sto coi miei (odiati) 40 gradi e non mi lamento :)

Proprio venerdì, in quella pazza giornata di fulmini e saette, ho preparato questa specie di torta salata, che in realtà assomiglia più ad una pizza.
Il condimento è, tanto per cambiare, abruzzese. [Anche se so che un mix di verdure del genere si cucina allo stesso modo anche in Toscana o in Campania, e probabilmente anche in tante altre regioni:)]
Considerate che costa poco, è facilissima, si cucina in pochissimo, è sana ed è di sicuro effetto.
Difetti? Finisce troppo presto per quanto è buona!:)
[E scusate le foto, ma a parte la mancanza di ispirazione causa mal tempo e febbricola, fare le foto a finestra aperta per far entrare quel poco di luce che una giornata del genere può offrire, quando fuori ci sono circa 10° non è il massimo, ve lo assicuro:) ]


Torta salata al ciabotto

1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare
mezza cipolla
1 patata rossa
1 zucchina
1 melanzana nera
5 pomodorini ciliegia
mezza scamorza
4 bicchieri d'acqua
olio d'oliva
sale

Lavate e tagliate a cubetti la patata, la zucchina e la melanzana.
Sminuzzate la mezza cipolla.
Mettete un filo d'olio a riscaldare in padella, aggiungete la cipolla e lasciate imbiondire.
Aggiungete ora la patata a cubetti, facendo soffriggere per 3-4 minuti.
Aggiungete ora anche la melanzana e la zucchina, aggiungendo 2 bicchieri d'acqua e coprendo la padella con il coperchio. Fate cuocere almeno 10 minuti, o fin quando l'acqua non sarà evaporata.
A questo punto aggiungete ulteriori 2 bicchieri d'acqua e i pomodorini tagliati a metà, e ricoprite la padella con il coperchio, lasciando cuocere ancora il ciabotto finchè l'acqua non sarà evaporata e le verdure non saranno molto morbide.
Spegnete il fuoco e salate.
Disponete su una teglia la pasta sfoglia rettangolare,bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e, aiutandovi con un cucchiaio di legno, disponete il ciabotto sulla sfoglia, lasciando 2-3 cm dal bordo.
Livellate per bene e rigirate i bordi a mo' di cornice.
Infornate per 10-15 minuti a 180° in forno ventilato.
Intanto tagliate a pezzetti a mezza scamorza.
Sfornate, disponete i pezzi di scamorza sulla torta salata e riinfornate per 5 minuti.
Una volta sciolta la mozzarella sfornate e....



Bon Appetit :)

venerdì 14 settembre 2012

Brownies cioccolato e cocco per un "amico"






Che vita sarebbe senza gli altri?
Senza i piccoli marmocchi tuoi vicini d'ombrellone che ti riempiono di sabbia dai capelli ai piedi.
Senza la giovane impiegata dello Student Point che ad ogni domanda risponde con un secco "non è un problema mio".
Senza quella simpatica vecchina che si fionda con destrezza sull'ultima baguette del supermercato prima di te.
Senza gli specializzandi antipatici e viscidi dell'ospedale che ti fanno sentire gerarchicamente a un livello più basso della carta da parati dei muri, non ricordandosi che anche loro (manco tanto tempo fa) sono stati studenti.
Bè, se mi ci fate pensare in effetti senza tutta questa marmaglia non è che si vivrebbe male. :)
Ma c'est la vie, che volete farci.
L'importante è avere sempre una doppia faccia della medaglia da poter guardare.
La seconda faccia della medaglia per me sono i miei amici. Spledidamente amici.
Mary e Erika, che sono tutto. Elio che adoro. Ale e Paolo, il top.
E poi ce n'è uno un po' particolare, non proprio nei canoni.
Sapete, di quelli che anche se hai i capelli in disordine, pigiamone di pail e occhiaie fino ai piedi non ti giudica e ti vuole bene lo stesso.
Di quelli che puoi passarci anche due ore in silenzio, seduti a fianco, ed è come se vi foste raccontati la giornata.
Di quelli che potresti passarci una vita intera, e in realtà speri proprio che sia così.
Di quelli pronti a tutto, per te.
Di quelli che se la giornata è andata male e ti sentono un po' giù prendono la macchina e ti vengono a trovare con le bustine di cioccolata calda.
Di quelli che ti appoggiano nelle passioni, che ti appoggiano il blog, e che ti spronano a coltivarlo, perchè sanno meglio di te di quanto tu abbia bisogno di questo.
Di quelli che non vedono l'ora di raccontarti l'ultima "news" un po' pettegola sul fidanzamento del tizio più improbabile della città.
Di quelli di cui tu sai tutto.
L'amicizia con la A maiuscola secondo me è racchiusa qui, in questi piccoli gesti, embricata in tanti altri grandi sentimenti.
Bè, perchè non vi ho detto che in realtà Lui è anche il mio compagno :)
Ed è alleato, fratello, confidente e soprattutto amico.

E visto che se Lui fosse un piatto sarebbe sicuramente una tazza fumante di cioccolata pura, la cosa che gli si avvicinava di più erano proprio dei brownies neri neri, che più cioccolatosi non si può.
Dolci ma con un retrogusto un po' amaro, compatti e integri, e rigorosamente semplici.
E un pizzico di cocco, che dà il qualcosa in più, come il nostro rapporto :)
E allora, complice il bel contest di  Monica , questa ricetta la dedico a Lui e a tutte voi, e all'amore e all'amicizia più puri che non conoscono limiti e definizioni.



Brownies cioccolato e cocco
(per una teglia quadrata 24x24)

260 gr di cioccolato fondente al 70%
185 gr di burro
1 cucchiaio di cacao amaro
2 uova
200 gr di zucchero
110 gr di farina 00
1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
3 cucchiai di cocco disidratato più 2 cucchiai per la decorazione

Spezzettate il cioccolato e ponetelo in una casseruola insieme al burro tagliato a pezzi e al cucchiaio di cacao amaro. Mettete sul fuoco (a fiamma bassissima) fino ad ottenere una crema liscissima, sempre mescolando.
Lasciate raffreddare.
Intanto montate con le fruste elettriche le uova e lo zucchero fino ad ottenere una crema biancastra e spumosa.
Aggiungete il composto di cioccolato sciolto e mescolate dal basso verso l'alto.
Setacciate la farina con il lievito e aggiungete anche loro, molto lentamente, sempre mescolando dal basso verso l'alto.
Infine aggiungete il cocco disidratato e date un'ultima mescolata.
Rivestite una teglia quadrata 24x24 cm di carta forno e versatevi sopra il composto livellando un po' la superficie.
Infornate in forno statico già caldo a 160° per circa 30 minuti. Trascorso questo tempo fate la prova stecchino: la torta non dovrà risultare troppo asciutta, quindi non vi spaventate se lo stecchino sarà un minimo umido.
Spegnete il forno e fate raffreddare (se possibile fate raffreddare e tenete la teglia "all'aria" per una notte).
Tagliate la torta a quadretti regolari e cospargeteli con le scagliette di cocco.

Con questa ricetta partecipo quindi al contest di Monica di Dolci Gusti in collaborazione con Zalando:

E se dovessi scegliere un regalino proprio per Lui non ho dubbi:
 Un bel papillon, originale e stravagante, come il suo animo.


P.S. Sono davvero tanto ma tanto felice che quattro blogger che conosco da pochissimo (a parte la dolce e oramai indispensabile Ely) mi abbiano pensato per donarmi due premi magnifici, che nel prossimo post (visto che oggi è una giornata di quelle stressanti davvero:D) passerò ad altre blogger.
Ma intanto ringrazio queste fantastiche ragazze.
Luna del blog I Barba-pasticcetti: se non la conoscete andatela a trovare, ha una simpatia e un carisma coinvolgenti, e lei e il suo papà sono davvero degli artisti!!!:)
Giu del blog Mela e Cannella, che conosco davvero da poco, ma che ha un blog freschissimo pieno di ricette [e non perdetevi il suo contest, che è fenomenale secondo me].
E infine le fantastiche 2 Amiche in cucina, un nome una garanzia. Se andate sul loro blog ne uscite con almeno cinque-sei idee da voler rifare:)
E infine sempre lei, la donna più sorprendente del web...Ely di Il rovo di bosco, che non finirà mai di darci lezione di vita (e di cucina!).
Grazie a tutte voi!!



mercoledì 12 settembre 2012

Pallotte cac' e ov' ...e il ritorno.


No, non sono sparita.
Io c'ho provato.
Ve lo giuro, c'ho provato con tutte le mie forze.
E mentre ci provavo, e puntualmente non ci riuscivo...
Mi disperavo.
Cercare di cucinare nei tre giorni prima di un esame.
Ok ok so già cosa frulla nelle vostre menti.
Se non riesci a cucinare come diamine fai a mangiare nei giorni in cui dovresti avere proprio più forza e concentrazione?
Bè con amara tristezza vi dico che nei tre giorni prima di un esame divento una sostenitrice di quello che odio più al mondo.
Esci di casa-Compra qualcosa-Torna a casa-Mangia la cosa.
E allora vai con pizze, kebab e panini vari (che se mi offriste un MacChicken o un MacQualcosaltro me lo mangerei pure per quanto non ho voglia di cucinare ma allo stesso tempo fame, e il che è tutto dire).
E' che l'ansia pre-esame non puoi sconfiggerla semplicemente aprendo il frigo, vedere cosa c'è di buono e metterti all'opera tra taglieri e fornelli.
Lei rimane lì con te.
Rimane lì mentre tiri fuori i limoni, mentre li lavi, li sbucci e li spremi, mentre versi il succo in una brocca, mentre aggiungi acqua e zucchero e rimane lì anche mentre rimetti la brocca in frigo.
Ed era una semplice limonata!!!!
In questi giorni, quindi, non sapevo se essere più disperata per l'esame o per il non riuscire ad aggiornare con costanza il blog e non venirvi a trovare nelle vostre casette virtuali (giuro che rimedierò oggi stesso).

Ma uno strappo alla regola si può far sempre, quel briciolo di follia che ogni tanto si accende e ti fa fare l'impensabile.
Pallotte cac' e ov' a due giorni dall'esame, quando la mia giornata dura 12 ore e il mondo è solo ed esclusivamente la scrivania, è decisamente follia.
E' anche lei una ricetta abruzzese come i bocconotti, sono palline di formaggio e uovo, semplici ma ottime.
Come antipasto o anche secondo sono un bijoux!:)

Per la cronaca, l'esame l'ho fatto ieri ed è andato alla grande, il blog forse mi sta portando fortuna:)




Pallotte cac' e ov'


4 uova
300 grammi di pecorino abruzzese
1 mazzetto di prezzemolo
Una manciata di pangrattato
1 l di passata di pomodoro
Mezza cipolla
Olio di semi  per friggere
Sale
Olio d’oliva

Sbattete le uova in una terrina, aggiungendo lentamente il pecorino fino ad avere un impasto abbastanza denso. Aggiungete il prezzemolo precedentemente tritato e pangrattato q.b. (Il composto dev’essere comodo da maneggiare, io ne ho aggiunti circa 2 cucchiai).
Scaldate l’olio di semi in una grande padella, formate delle palline non troppo grandi con il composto (a me piace farle leggermente schiacciate) e immergetele nell’olio. Una volta raggiunta una leggera doratura scolate le pallotte e asciugatele su carta assorbente.
Mettete a scaldare in una pentola un filo d’olio d’oliva e la cipolla tritata. Aggiungere la passata di pomodoro, salatela  e lasciate sobbollire per mezz’ora. Durante gli ultimi minuti di cottura immergete le pallotte nel sugo per farlo insaporire. (Eventualmente lasciate qualche pallotta non condita con il sugo per la decorazione).



Bon Appetit :)

giovedì 6 settembre 2012

Bocconotti abruzzesi alla crema di nocciole


Ok faccio outing.
Ho un problema di fisse.
La maggiore? Non riuscire a fare NULLA, ma proprio NULLA nel periodo di tempo tra l'infornare e lo sfornare qualsiasi cosa.
No, è proprio inutile. Potreste offrirmi qualsiasi somma, se la lucina del mio forno è accesa non ci sono per nessuno.
Rimango lì davanti al vetro, appiccicata come una zanzara morta.
In realtà, però, ci sono le volte che vanno bene e quelle che vanno meno bene...
Stare con la faccia appoggiata al vetro per gustarti la bella visione di un muffin che si gonfia rientra nelle cose che vanno bene.
Anche perchè alla fine si tratta di "perdere" 20 minuti della tua vita.
Ma maledetta me quando mi è saltata in mente l'idea di provare le inflazionatissime meringhe alla francese.
Ok, lo ammetto fin da ora, devo avere un problema con la Francia, visto che meringhe, macarons e bignè sono le mie bestie nere, che se potessi li cancellarli da ogni ricettario mondiale, visto lo scompenso emotivo che mi causano quando ogni volta chi ricasco nel provarli a fare mi illudo che possa essere la volta buona, ma niente.
Niente.
Ma tornando a monte, sapete che vuol dire rimanere incollata nervosamente al vostro forno per tutta la cottura della meringa?
Qui non c'è muffin che tenga, la cottura è di sacrosante 2 ore (minimo).
Non ce la posso fare.
2 ore proprio no.
Le cose sono due: o preparo una bella targa in legno, da mettere sopra la porta d'ingresso della cucina, con scritto "Vietato l'ingresso a idee malsane che prevedono cotture in forno più lunghe di 40 minuti", oppure qualche buon anima tra voi mi indica qualche gruppo di recupero per forno-dipendenti.

Questa volta però mi è andata piuttosto bene, cottura perfetta, tempo minimo. Riuscita assicurata.
Ah, per la cronaca, è una ricetta abruzzese, tipica del Frentano, e da piccola ne facevo man bassa!:)
Spero che anche voi possiate farne! (senza esagerare....il rischio dipendenza è dietro l'angolo).





Bocconotti abruzzesi

Per la pasta:
400 gr di farina 00
2 uova
1 tuorlo
150 gr di burro
100 gr di zucchero
1 bustina di lievito
la scorza di mezzo limone

Per il ripieno:
300 gr di crema di nocciole o crema spalmabile al cioccolato
50 gr di biscotti secchi
50 gr di mandorle tritate



Mescolate il burro ammorbidito con lo zucchero, fino ad ottenere un composto liscio. Aggiungete le uova,il tuorlo e la scorza di limone continuando a mescolare. Setacciate la farina insieme al lievito e iniziatela a versare sul composto, mescolando prima col cucchiaio e successivamente con le mani, fino ad ottenere una palla liscia da poter maneggiare facilmente.
Impastate qualche minuto su un piano e poi stendete la pasta con un matterello, fino ad arrivare a uno spessore di circa 1 cm.
Ricavate con una tazza o un coppapasta dei cerchietti che adatterete ai pirottini e dei cerchi un po' più piccoli per la copertura.[Io ho utilizzato una tazza grande per i cerchi della base e una tazzina un po' più piccola per il coperchio.]
Intanto preparate il ripieno: mescolate la crema spalmabile con i biscotti tritati e le mandorle.
Riempite ogni pirottino rivestito di pasta con 1 cucchiaio e mezzo di ripieno.
Adagiate il cerchio di pasta più piccolo come un coperchio e cercate di sigillare il bocconotto con le dita.
Infornate in forno caldo a 180° per 15 minuti. [I bocconotti devono essere cotti, quindi valutate la cottura con lo stecchino o anche solo premendo con un dito: non devono essere troppo molli, ma ATTENZIONE, devono rimanere abbastanza pallidi, non devono dorare, pena perdita di morbidità].
Cospargete con abbondante zucchero a velo e servite!


Bon Appetit!:)

lunedì 3 settembre 2012

Mousse al limone





Quando è troppo è troppo.
E questa volta anche il troppo è poco.
Prendete una bella serata sul divano in cui non vuoi vedere/sentire nessuno.
Aggiungi una delle poche sere che hai tempo di accendere la televisione e gustarti un po' di sano e riposante cazzeggio, a vedere programmi demenziali.
Demenziali, appunto.
In mente avevo, che so, un Gordon Ramsey alle prese con l'embolo che gli parte ogni cinque minuti, o quei simpaticoni di "Ma come ti vesti?", che se ci provassero a farli a me certi commenti lo so io come gli ridurrei quei bei vestitini firmati da 1000 euro l'uno.
Accendo la televisione, mi butto sul divano (vi salto il passaggio in cui mi accomodo acciambellata sul divano, con doppio cuscino, tazza di latte, ciotola di biscotti, ma ovviamente il telecomando è sul tavolo...), accendo la televisione e...
ORRORE.
E dire "orrore" a una bambina che avrà più o meno 7 anni è già sconvolgente, appunto.
Ma, si da il caso, che le bambine in questione sembrano piccole Pamele Anderson alte un metro di meno, stesse labbra, stesse acconciature, stessi atteggiamenti. (questi sono alcuni esempi)
Per farvela breve il programma si chiama qualcosa come "Little Miss America", un concentrato di dignità pestata sotto ai piedi, arrivismo allo stato puro e cattivo gusto a non finire.
Bambine agghindate come cinquantenni [dopo essermi documentata ho letto che alcune hanno anche fatto ricorso alla chirurgia estetica....a 5 anni....], con fisici scolpiti costruiti in palestra e con diete assurde, sorrisi sbiancati, pelle colorata con l'aerografo, che sgomitano e si agitano per una stupida coroncina, modello Miss America con 20 anni di meno.
Pensavo fosse uno scherzo di cattivissimo gusto quando poi,a un certo punto, hanno intervistato le mamme.
Già, le mamme.
E qui si può aprire un capitolo che rischia di non chiudersi.
Perchè se già quando frequentavo le elementari io e mia madre odiavamo calorosamente le madri "mio-figlio-è-il-più-bravo-e-bello-di-tutti" figuratevi la mia faccia quando ho sentito in questo programma madri [agghindate peggio delle figlie] dire "mia figlia deve vincere, è più bella delle altre e deve prendere quella corona. Altrimenti sa che posso non rivolgerle la parola e anche toglierle le bambole per settimane".
Ma dico io, poi ci lamentiamo che il mondo va a rotoli?


Poi, quindi, per sfogare la rabbia e lo sconvolgimento che questo programma allucinante mi ha lasciato mi sono rifugiata nel mio mondo, fatto di formine e mattarelli, lasciando lacche e autoabbronzanti a quelle mamme folli che sfogano le loro repressioni sulle piccole creature.
Quello che ne è uscito è ovviamente una mousse (guarda un po'), fresca fresca e facile facile, spumosa e che si scioglie in bocca.
Vi avviso, piccole Miss, che mangiare una roba così è mille volte meglio di avere una coroncina in testa :)

Mousse al limone

3 tuorli d'uovo
80 gr di zucchero
150 ml di panna fresca
6 gr di colla di pesce
la scorza e il succo di un limone

Mettete a bagno in acqua fredda la colla di pesce per 10 minuti.
Intanto sbattete i tuorli con lo zucchero, la scorza e il succo di limone fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. (Sbattete per almeno 10 minuti).
Versate il composto in un pentolino e mettetelo sul fuoco pochi minuti girando continuamente finchè la crema non inizierà ad addensarsi (il dorso del cucchiaio deve velarsi).
Spegnete il fuoco e aggiungete la colla di pesce ben strizzata, mescolando per farla sciogliere.
Mentre fate raffreddare la crema, montate la panna ben ferma. Aggiungete alla panna la crema oramai fredda e amalgamate, mescolando dal basso verso  l'alto.
Rivestite degli stampini in metallo o silicone con acetato o pellicola e versate dentro delle cucchiaiate di composto. (Io ho utilizzato un coppapasta rotondo adagiato su un piatto, rivestito sui bordi con pellicola trasparente). Lasciate rapprendere in frigo per almeno 4 ore.
Una volta fredda sformate la mousse e decorare a piacere. (Io ho utilizzato fette di limone,scagliette di buccia di limone e piccole meringhette).


Bon appetit

Aggiungo qui una piccola nota. Ringrazio tanto, tantissimo, tantissimissimo la dolce Monica, che è stata la seconda persona a donarmi il premio "Amica mia", ho scoperto il suo blog da poco, ma mi sono innamorata subito delle sue ricette e soprattutto del suo modo di scrivere. (visitatelo anche voi,  http://lemporio21.blogspot.it/ )
Poi un infinito grazie va alla tenera Vale, che col suo blog La ricetta che Vale ci stupisce con delle creazioni degne di una pasticceria. E' una delle prime blogger che mi ha dato la calda accoglienza nella blogosfera e le sono riconoscente. Mi ha donato il premio Blog Diamond ideato da Roby del blog Roby beauty, (premio che tra l'altro mi piace da pazziiii) e io devo donarlo ad altri 5 blog.

Questa volta scelgo i blog:
1) L'Emporio 21 di Monica
2) Dafne's Corner "Il gusto" di Mary
3) Dolcemente inventando di Ale
4) La mela nera di Norma
5) Limone e stracciatella di Elle
Spero vi faccia piacere, e possa arricchire i vostri blog.

Dulcis in fundo....TANTI AUGURONI alla piccola creatura di Ale che oggi compie un anno! Auguri Linda, sono certa che crescerai benissimo, stai alla larga da Little Miss America/Italia o quello che è, e fai incetta di tutti i buoni piatti che la tua mamma prepara!:)

giovedì 30 agosto 2012

Mangia-bevi alla pesca e vaniglia


A volte capita.
La giornata NO è spesso dietro l'angolo.
Te ne rendi conto quando al telegiornale dicono che le borse sono tutte in rosso.
O quando la tua amica ti chiama in preda all'ansia perchè le hanno spostato l'esame.
Oppure quando il tuo cane si dispera per il prurito delle pulci.
Capita a tutti.
Agli altri. Si spera.
Ma purtroppo questa sorta di "io-sono-intoccabile-ah-ah-ah" svanisce miseramente nel nulla in una giornata come la mia di ieri.
Sveglia non suonata, capitoli del libro da studiare non finiti, tante idee di cosine da cucinare e praticamente nessuna fatta e.....
Rullo di tamburi.
Mixer rotto.
Diciamo che la sensazione che ho avuto è la stessa di quando vai dal macellaio e chiedi il taglio di carne che ti serviva per una cena con la suocera,e con la sua dolce faccia angelica sorridente e la mannaia in mano ti dice "Guardi ho venduto l'ultimo pezzo un minuto fa", e non sai se imprecare di più con la sua antipaticissima faccia da schiaffi o con te stessa che c'hai messo troppo a scegliere se metterti il mascara nero o blu e hai tardato (udite udite) di un minuto.
O la stessa rabbia di quando preparando per bene una bella meringa il tuorlo si spappola miseramente in mezzo agli albumi, e ti affanni a cercare di salvare il salvabile con la forchetta, con il cucchiaio, con le mani, e se avessi in mano una chiave inglese proveresti anche con quella. 
E insomma se n'è andato il mixer.
Amico fidato.
Dovevo capirlo però, mi aveva avvisato.
Non ne voleva sapere di accendersi.
E allora dai a controllare la spina, dai a controllare la chiusura ermetica.
Tutto apposto, così sembrava.
Ma sul più bello eccolo. Un pezzo rotto rimasto nel vano di chiusura.
Poi non so cosa sia successo. Forse lo sgomento, l'infinita disperazione.
Fatto sta che uno strattone impulsivo della mia mano ha finito a martoriarlo, povera stella.
Così con il manico rimastomi in mano (sì, spezzato di netto, manco fossi Hulk) e lo stupore in volto mi sono rassegnata a cambiar ricetta, e il mio frappè è diventato mangia-bevi (bè, frullare le pesche a mano mi sembrava un po' eccessivo..)
Ah, piccolo particolare.
Il mixer è quello a casa dei miei genitori, quello di casa mia è vivo e vegeto!!:)

Vi propino quindi un dessert utilizzabile dopo pranzo, ma soprattutto a merenda. Sano, nutriente, buono.
Se avete un frullatore potete appunto frullare tutto modello frappè, capite bene che io ho riarrangiato la ricetta:)



Mangia-bevi alla pesca e vaniglia
1 pesca nettarina
1 vasetto di yogurt alla vaniglia
1 cucchiaio di zucchero
50 ml di latte 
un quarto di stecca di vaniglia

Incidete la stecca di vaniglia e raschiate con il coltello i semini. Mettete il latte in un pentolino e aggiungetevi i semi di vaniglia. Riscaldate sul fuoco per 1-2 minuti e lasciate raffreddare.
[Questo passaggio è utile se per esempio avete uno yogurt bianco e non alla vaniglia, altrimenti può essere anche saltato]
Lavate e sbucciate la pesca fredda di frigo, tagliatela e mettetela in una ciotola con lo yogurt, lo zucchero e il latte aromatizzato.
Mescolate leggermente e componete dei bicchieri o delle coppette.



Bon Appetit

martedì 28 agosto 2012

Patatine fritte come quelle in busta





Ok, il mio rapporto con la sveglia non è dei migliori.
E su questo credo di poter trovare voci d'accordo.
Ma quando la sveglia è programmata per suonare alle 7.45 e tu ti alzi alle 9 c'è qualcosa di grave che non va.
Non mi fraintendete, non è che voglio pigrare, è che è proprio tutto calcolato.
Ma io so di chi è la colpa, oh sì se lo so.
E prima o poi cercherò questa persona e gliela farò pagare amaramente.
L'inventore delle sveglie che con un semplice tastino ritardano il suono di 10 minuti.
Sacrilegio.
Bestemmia.
Empietà.
Sì perchè, poi, quasi in una sorta di delirio in dormi-veglia, non riesci proprio a non premerlo quel tastino. E il numero di volte che lo premi aumenta di giorno in giorno.
E allora, pur di non staccarti da questo tuo fedele amico di un tastino, la tua mente riesce a pensare l'impensabile.
Devi svegliarti alle 8? Benissimo, metti la sveglia alle 7.30, così hai ben tre volte per premere il tuo amichetto.
Se poi oramai la tua è una dipendenza (come la mia) riesci anche a posizionarla a qualcosa tipo le 7.15.
E che goduria svegliarsi, ma sapere che hai ancora 45 minuti per tenere gli occhi chiusi.
La bella storia, però, non si conclude nel migliore dei modi.
Provateci a mettere la sveglia alle 5.30 quando devi alzarti alle 6.00 per essere operativa in reparto alle 7.00.
E qui non c'è amore per il tastino che tenga, quando senti il DRIIIIIN, a qualunque ora, è sempre una super-tragedia.

Detto questo, vi è mai capitato di provare a cucinare qualcosa di buono, buonissimo che però siete soliti comprare al supermercato? Bè a me tantissime volte, e quando sono venuta a conoscenza della raccolta di Alessandra del blog Mamma Papera's blog non me lo sono fatta ripetere due volte.
Presente le patatine in bustina, quelle che trovate nei bar?
Stessa croccantezza.
Nessun aroma.
Nessun conservante.
Solo roba buona.
Il trucco c'è, ma è talmente semplice che mi vergogno anche a postarla. Ma visto che io l'ho scoperto solo un annetto fa, mi rendo conto che se c'è tra voi qualcuna che ancora lo conosce sono felicissima di passarvelo!


Patatine fritte come in busta
2 patate a pasta gialla
olio di semi per friggere
sale
rosmarino

Lavate e sbucciate le patate.
Tagliate con la mandolina le patate a fette a uno spessore di 1 mm circa, se non di meno.
(Potete ovviamente anche provarci con il coltello se siete bravissime, io non sono capace!)
Posizionate le patate su uno o due vassoi, senza sovrapporre le fette di patate (devono essere disposte in un unico strato) e riponeteli in freezer per almeno 1 ora.
Mettete a scaldare l'olio. Quando è bollente (attenzione però che non bruci) togliete dal freezer i vassoi e immergete le fette di patata ancora congelate nell'olio caldo.
Aspettate che inizino a dorare (circa 2-3 minuti), scolatele con una schiumarola e lasciate assorbire l'olio da un foglio di carta assorbente.
Condite con sale e rosmarino a piacere.



P.S: nella prima foto vedete una piccola idea per servire le patatine fritte. Prendete un rettangolo di cartone alimentare, e ne formate un cono chiuso ad un'estremità ed aperto all'altra. Fermatelo con una piccola striscetta di scotch. Effetto assicurato :)

Bon Appetit


E con questa ricetta partecipo alla raccolta di Mamma Papera's Blog




venerdì 24 agosto 2012

Tiramisù al pistacchio nel bicchiere


Felicità. 
Ho visto la felicità negli occhi dei bimbi quando l'equilibrista è riuscito a terminare il suo esercizio senza cadere.
L'ho vista negli occhi dell'equilibrista, quando ha preso il suo applauso finale.
L'ho vista nel giocoliere, prima di iniziare, quando la piazza si iniziava a riempire e ancora più gente arrivava.
L'ho vista negli anziani che tornano bambini per mezz'ora.

Sono impazzita?
No, almeno non per adesso :D
E' che mi ero scordata di raccontarvi il Chieti Busker Festival.
Ogni anno la mia città per tre giorni ospita una ciurma festante di artisti di strada provenienti da tutto il mondo.
E io adoro quell'atmosfera.
Ogni piazzetta e vicolo si riempie di gente, a diversi orari qualche nuovo spettacolo.
Musica, danza, giocoleria, fuoco, equilibrio.

Bè devo ammettere che un brivido felino mi corre nella schiena quando il mangiafuoco di turno dice "Bene, adesso ho bisogno di un volontario del pubblico".
Che poi, si sa, di volontario c'è ben poco ed è puntualmente lui che sceglie te, si proprio te, guarda un po'.
Ma fa tutto parte del gioco, e se dobbiamo giocare allora giochiamo, a suon di birilli, aste sospese e applausi.
Il momento giusto per sognare.
Sognare di essere liberi e felici come loro, che girano il mondo, con le poche risorse che gli spettatori decidono di regalargli.

Questo è un accenno di fotografie fatte una delle serate, sperando di farvi entrare nel sogno per 30 secondi.

Il teatro dei venti con lo spettacolo IL DRAAAGO:




I ragazzi etiopi (bravissimi) del Fekat Circus:


Juriy Longhi, ragazzo italiano super-bravo e super-simpatico:


Fred Menendez, una leggenda:


E i Quetzcoatl, che maneggiano il fuoco come un loro fratello:





E dopo questa divagazione sul tema, dopo avervi invitato l'anno prossimo a Chieti (sì, posso ospitarvi tutte a casa mia, che è di 60 mq ma dai, ci stringiamo :D ), vi do la ricettina per un tiramisù diverso ma altrettanto buono per gli amanti del pistacchio.
Unica regola: trovare pistacchi ottimi (fortunati gli abitanti di Bronte).




Tiramisù ai pistacchi nel bicchiere:

10 biscotti al caffè (io uso i Pavesini) o altro tipo di biscotti secchi
250 gr di mascarpone
3 uova
100 gr di zucchero
100 gr di pistacchi freschi NON salati e sbucciati
50 gr di crema al pistacchio (io per far prima uso il "topping" al pistacchio, che si trova nei supermercati)
20 gr di cioccolato fondente

Mettete in una busta trasparente metà dei biscotti e con un mattarello tritateli grossolanamente.
Spezzate l'altra metà in pezzi un po' più grandi ed adagiate sia questi ultimi sia i biscotti tritati col mattarello sul fondo dei bicchierini. Formate poi uno strato con i pistacchi, interi o sbriciolati, a piacimento.
Con la frusta lavorate lo zucchero con i 3 tuorli fino a raggiungere un composto schiumoso. Aggiungete il mascaropone e la crema al pistacchio e continuate a mescolare vigorosamente.
Montate a neve i 3 albumi e aggiungeteli al composto di mascarpone, mescolando dal basso verso l'alto.
Versate un po' di composto nei bicchierini, sopra ai pistacchi.
Decorate grattugiando il cioccolato fondente sopra alla crema e ponendovi qualche pistacchio intero.


Bon Appetit..
E con questa ricettina partecipo al contest del mio guru Imma, del blog Dolci a gogo: